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al testo di Antonio Perrone
A Michele
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Occhi neri, occhi rari come perle imbrunite dal sale, dalla sabbia, nane brune che il fuoco delle stelle che un tempo erano soli rossi e arancio ha spento inesorabile. Occhi neri che adesso sono i miei, dentro l'azzurro, dentro il violaceo delle occhiaie stanche dentro il bianco dei miei ricordi persi nella neve che copre la memoria. Occhi candidi, occhi sporchi, occhi persi, i tuoi, come i miei, nel passato nel tempo ch'era nostro e adesso è mio e tuo, e suo, e loro. Occhi di pece di petrolio, oro nero, occhi di lutto e di amore sottratto alla cinèrea polvere. Occhi di carbone, d'ebano occhi d'inchiostro, stasera, Michele. Occhi i tuoi come il buio delle sere che passo in silenzio, nel silenzio delle cose gridate, che il cuore non sente e gli orecchi non vedono e gli occhi, i tuoi, Michele, i tuoi occhi accesi come perle e rari come stelle e innevati come il petrolio e fumanti come l'inchiostro, e spenti come l'azzurro dei miei anni.
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